Panoramica sui danni del fumo in gravidanza
Fumare è risaputo che faccia male alla salute non soltanto del fumatore ma anche a quella chi gli sta intorno, a causa del fumo passivo. Il concetto del fumo passivo si aggrava ancora di più quando a fumare è una donna in stato di gravidanza. Si stima che nelle sigarette ci siano oltre 4000 sostanze nocive, prime fra tutte la nicotina che può essere considerata a pieno titolo una droga che porta alla dipendenza.
Per tale motivo chi decide di avere un bambino sarebbe il caso che si disintossicasse almeno 6 mesi prima dell’inizio di una eventuale gravidanza. Tali sostante nocive infatti rimangono in circolo nell’organismo e possono comunque nuocere al feto. Al fumo di sigaretta sono riconducibili malformazioni, nascite premature, sviluppo compromesso del feto, morte del feto e morte nella culla, disturbi del comportamento e dell’attenzione, esposizione e predisposizione a malattie tumorali, asma e allergie e malformazioni. Sono tutti danni seri che potrebbero essere evitati con la ferma volontà di non danneggiare i propri figli facendo appello anche all’istinto di protezione materno.
Danni alla salute del bambino.
Molte ricerche sono state condotte per verificare non solo i danni alla salute circoscritti al periodo della gravidanza, ma anche quelli che riguardano la salute dopo la nascita, fino a spingersi alle conseguenze che durano per tutta la vita.
Le sostanze contenute nella sigaretta oltrepassano facilmente la barriera della placenta portando monossido di carbonio e provocando vasocostrizione che quindi impedisce una buona ossigenazione del feto stesso.
E’ come creare una camera a gas dove il bambino soffre la mancanza di ossigeno pulito. Questo provoca uno sviluppo del feto non ottimale in quanto è stato provato che, non solo si arriva alla nascita prematura che già incide sul peso, ma c’è un sostanziale calo del peso fisiologico da 200 a 500 gr. Un peso che penalizza fortemente il nascituro, non ultimo quello di non avere gli organi completamente sviluppati, in particolare quelli dell’apparato respiratorio.
Uno studio condotto dalla Royal United Children’s Hospital di Bath in Inghilterra su un campione di 8500 donne in dolce attesa ha dimostrato che le malattie respiratorie dei feti con madri fumatrici hanno maggiore incidenza.
Casi di respiro affannoso si registrano già entro il primo anno di vita e l’asma può diventare cronica, in considerazione anche delle condizioni ambientali che potrebbero ulteriormente aggravarla. Il fumo indebolisce il sistema immunitario del nascituro predisponendolo per tutta la vita ad allergie che si ripercuotono anche sulle seguenti generazioni, come ha dimostrato uno studio del Prof. John Warner dell’Univerisità di Southampton su un campione di 908 bambini e rispettive famiglie. E’ emerso che chi aveva nonni fumatori era più esposto alle allergie, anche se non c’erano stati contatti.
Il danno quindi che arreca il fumo è di tipo ereditario su più generazioni.
Allo stesso modo si riscontrano influenze sul comportamento del bambino, come ha provato uno studio dell’ Università di Leicester condotto dal Dott.Gordon Harold, secondo cui il fumo provoca alterazioni comportamentali in senso antisociale, deficit attentivo, ribellione contro le regole del vivere civile.
Il cancro e malattie gravi provocate al feto.
La più grave delle malattie che le sigarette possono provocare non solo alla madre è il cancro. La nicotina compromette tutte le cellule dell’organismo e ancora di più quelle di un feto che è in pieno sviluppo. Nei casi più gravi può svilupparsi durante la gravidanza, in altri casi è una predisposizione che si acquisisce per la vita, in particolare a carico dei polmoni, della vescica, del naso e dei reni.
Non meno gravi sono le malformazioni provocate dal fumo secondo uno studio pubblicato su Human Reproduction Update condotto dall’equipe di ricerca del prof. Allan Hackshaw. Si tratta di patologie come il labbro leporino, il piede equino, deformazioni agli arti, malformazioni cardiache e gastrointestinali, ecc.